Premio Von Rezzori-Città di Firenze: vince Maaza Mengiste con “Il re ombra”

Il Premio Von Rezzori – Città di Firenze, riconoscimento riservato ad autori esteri tradotti in italiano, è stato vinto dall’autrice di origine etiope Maaza Mengiste con il romanzo Il re ombra (Einaudi).

È Il re ombra il romanzo vincitore del premio Von Rezzori – Città di Firenze. Il volume, edito da Einaudi e con la traduzione di Anna Nadotti ha vinto la XV edizione del premio riservato ad autori esteri tradotti in italiano. Il vincitore per la migliore traduzione in italiano era stato già annunciato nei giorni scorsi: è stato Nicola Crocetti per la traduzione di Odissea di Nikos Kazantzakis (Crocetti editore – Feltrinelli).

Il premio Von Rezzori – Città di Firenze è stato fondato nel 2007 per ricordare Gregor von Rezzori, autore di romanzi e memorie ed è organizzato dalla Fondazione Santa Maddalena, istituita nel 2000 da Beatrice Monti della Corte, che ospita periodicamente scrittori da tutte le parti del mondo come residenza letteraria. Il premio è ideato e organizzato dalla Fondazione Santa Maddalena presieduta da Beatrice Monti della Corte, è patrocinato da Regione Toscana, sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura del MiC, e sostenuto dal Comune di Firenze, da Unicoop Firenze e da BCC Valdarno Fiorentino.

Premio Von Rezzori-Città di Firenze: vince Maaza Mengiste con “Il re ombra”

Il libro vincitore

1974, Addis Abeba: «È venuta a piedi e in corriera, attraversando luoghi che per quasi quarant’anni aveva scelto di dimenticare. È in anticipo di due giorni ma lo aspetterà… » Inizia così, con la paziente attesa di Hirut nella stazione ferroviaria della capitale etiope sull’orlo di una nuova rivolta, il lungo flashback con cui Maaza Mengiste ci conduce ai giorni dell’occupazione voluta da Mussolini nel 1935 e portata avanti con inaudita violenza malgrado i richiami della Società delle nazioni. Quando, il primo marzo 1936, l’imperatore Hailé Selassié, al comando del suo esercito, viene sconfitto a Mai Ceu e costretto all’esilio, sugli altopiani e nei villaggi dell’intero paese le donne e gli uomini etiopi organizzano una resistenza vittoriosa, combattendo battaglie il cui clamore rimanda agli epici scontri dell’Iliade. Tutto avviene secondo le regole talora cruente di una società feudale che vanta però un’antica indipendenza e una solida tradizione militare. Il re è salito su un treno che lo sta portando fuori dal suo paese, ma sui crinali dei colli appare il profilo conosciuto e amato del sovrano. È un inganno? Un miraggio? Forse è il potere dell’ombra, che restituisce ai sudditi fiducia e coraggio. Maaza Mengiste allestisce un doppio palcoscenico: sulle alture, agli ordini del nobile Kidane, si organizzano gli irriducibili combattenti etiopi, Aklilu, Seifu, Aster, Hirut, Fifi, la cuoca e innumerevoli altri; mentre sul terrazzamento a strapiombo sulla valle il colonnello Fucelli fa costruire la base italiana dove si fronteggiano opposte concezioni dell’onore e del coraggio, e si sperimenta con inquietante coerenza come una forma d’arte possa diventare un’arma. Nelle fotografie scattate da Ettore Navarra, il soldato ebreo cui viene dato l’ordine sadico e pornografico di immortalare esecuzioni e nudi femminili, leggiamo insieme talento e crudeltà, obbedienza e indifferenza a se stesso. Incrinate, l’una e l’altra, dal coraggio intelligente di Hirut, che si sottrae al ruolo di vittima del suo obiettivo per assumere quello di testimone e poi custode di un archivio d’immagini che raccontano la Storia e la rettificano.

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L’autrice

Nata a Addis Abeba e residente a New York, Maaza Mengiste è Fulbright Scholar e docente di scrittura al Queens College. Nel 2007 è stata nominata New Literary Idol dal «New York Magazine» e nel 2020 ha ricevuto un Award in Literature dall’American Academy of Arts and Letters. È autrice de Lo sguardo del leone (Neri Pozza, 2010). Per Einaudi ha pubblicato Il re ombra, che ha vinto il Premio The Bridge 2019 per la Narrativa, è stato finalista al Booker Prize 2020 ed è stato selezionato fra i migliori libri dell’anno da «The New York Times», Npr, «Elle» e «Time».