Amore, storia e poesia di Anna AchmatovaRitratto di Anna Achmatova di Natan Isaevič Al'tman (1915) (Foto di pubblico dominio via Автор: Натан Исаевич Альтман - http://www.museum.ru/imgB.asp?14615, Общественное достояние)

La lirica di Anna Achmatova era una forma d’arte alta e altra rispetto ai continui drammi politici della Russia del primo Novecento.

Anna Achmatova fu protagonista della letteratura russa sin dagli anni dieci del Novecento. Il primo periodo creativo fu caratterizzato da versi di carattere intimistico e dall’influenza dell’acmeismo, la corrente che voleva riportare la poesia dal simbolismo alla concretezza senza perdere musicalità e sensibilità e il cui sogno era ricreare e potenziare il magistero dantesco in terra russa. Perciò le prime liriche di Achmatova vedono l’utilizzo di sequenze fotografiche che prestano attenzione al dettaglio.

Dopo la fucilazione nel 1921 del marito, il controrivoluzionario Nikolaj Gumilëv, la posizione letteraria della poetessa fu molto precaria. La sua poetica, in realtà, non era mai stata di impegno ideologico. La lirica achmatoviana era una forma d’arte alta e altra rispetto alle quotidiane vicissitudini politiche e il non aver aderito al canone le provocò varie difficoltà.

I terribili anni trenta colpirono anche il figlio della poetessa e il suo mentore Osip Mandel’štam. Achmatova vide crollare i suoi affetti per il corso della storia e da questi eventi partirono riflessioni circa l’individuo all’interno della storia. Ciò portò alla creazione di Requiem (Rekviem), un’opera di accusa al terrore staliniano che, legata alla biografia dell’autrice, descrive le file di fronte alle carceri.

Anna Achmatova, da Requiem alla letteratura dell’assedio

Gli anni quaranta furono dedicati alla letteratura dell’assedio poiché la poetessa, costretta a emigrare in Uzbekistan, compose versi per incoraggiare il popolo leningradese alla resistenza, come la poesia Il coraggio (Mužestvo). Anche Poema senza eroe (Poėma bez geroja) fa parte della letteratura dell’assedio e vi si alternano passato e presente, la Pietroburgo prerivoluzionaria e la Leningrado sovietica e occupata.

Gli scritti di Achmatova vennero pubblicati in due riviste che nel 1946 furono condannate. Anche la poetessa fu accusata dal regime di misticismo, culto del passato e utilizzo di temi erotici. Con la morte di Stalin, nel 1953, alcune raccolte di poesie poterono essere pubblicate.

Valentina Balestra e Denise Simonetti (Slaviste col rossetto)

Foto: Ritratto di Anna Achmatova di Natan Isaevič Al’tman (1915) (Foto di pubblico dominio via Автор: Натан Исаевич Альтман – http://www.museum.ru/imgB.asp?14615, Общественное достояние)