Biblioteca di Alicudi

Biblioteca di frontiera che più frontiera non si può, quella di Alicudi ospita la corposa donazione dello scrittore Franco Scaglia. 7.000 libri a 357 gradini sul livello del mare.

7.000 libri per 60 residenti, una media superiore ai cento volumi ad abitante, raccolti sugli scaffali dell’edificio – una tipica doppia casa eoliana – che, posto a 357 gradini dal porticciolo, ospita anche la minuscola scuola dell’isola: cinque alunni, tra scuola primaria e media, e una manciata di insegnanti che fanno di quella di Alicudi una delle scuole più piccole d’Europa.

Alicudi, la più lontana e selvaggia delle Eolie, isola delle isole, terra di muli e mulattiere, ciuffi di artemisia, siepi di fichidindia, agavi e aloe. Un paesaggio incontaminato in cui è possibile imbattersi anche in un imprevedibile faro di cultura.

Sullo Scoglio – come gli isolani sogliono chiamare l’antica Ericussa –, infatti, ha sede la biblioteca Tra cielo e mare “Franco Scaglia”. Artefice di questo miracolo culturale Mascia Musy, attrice teatrale e moglie di Franco Scaglia, giornalista e scrittore, vincitore nel 2002 del Premio Campiello col libro Il custode dell’acqua, che nell’estate del 2017, a due anni dalla scomparsa del marito, ha voluto donare all’isola amata il sostanzioso patrimonio librario del consorte. Nasce così una biblioteca.

Una biblioteca di frontiera che più frontiera non si può, realizzata anche grazie al supporto logistico e d’intenti del plesso scolastico – facente parte dell’istituto comprensivo isole Eolie – e di chi la scuola la ha vista sorgere, vale a dire Teresa Perre, autentica istituzione dell’istruzione eoliana. Perre presente nell’anno di grazia 1996, quando sull’isola approdarono i primi libri destinati alla lettura pubblica.

Una sfida culturale tra le sfide storiche dell’isola

Aprire una biblioteca è sempre una scommessa, a ogni latitudine; su quest’isolotto semidisabitato che nella forma ricorda “un serpente di pietra arrotolato su se stesso”, però, lo è ancora di più.

La biblioteca Tra cielo e mare sfida l’andazzo di un tempo che vede i luoghi di cultura chiudere in tutto il Paese per mancanza di utenti o – caso parimenti grave – mancanza di personale; sfida le abitudini di un luogo così isolato (sono quasi tre le ore di aliscafo necessarie per raggiungerlo da Milazzo). Posto isolato come la stessa scuola e chi la vive; una sfida costante pure questa, non solo per l’ovvia emarginazione, ma anche per quei lampi fulminei di popolarità che di quando in quando cingono l’istituto.

Docenti e studenti, infatti, devono districarsi quotidianamente non solo con una didattica per forza di cose creativa, ma anche coi vacui riflettori, spesso pure irrispettosi verso chi sull’isola ci abita e, in sostanza, l’isola è, che da alcune stagioni piombano sulla più remota delle Eolie per uno “scoop” giornalistico che di utile alla causa isolana ha ben poco. Un richiamo esotico, un reportage che liscia appena la superficie, fine a se stesso, ché, nella sua sortita di due o tre giorni, il giornalista di questa o quell’altra testata nazionale non avrebbe neppure il tempo – qualora volesse e avesse le capacità – di comprendere, di analizzare le criticità reali, vive di un istituto e quindi di una comunità retti su equilibri precari, ma consolidati nei decenni.

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Tra gli scaffali della biblioteca di Alicudi

Rientriamo nella sala tappezzata di libri della biblioteca “Franco Scaglia”. L’offerta del luogo di cultura spazia da una ricca proposta di letteratura italiana senza disdegnare altre letterature quali la russa, l’inglese, l’americana e di vari paesi dell’Asia orientale, passando per una interessante esposizione di libri di spiritualità e filosofia, temi assai cari a Scaglia, e per una fornitissima selezione di romanzi di fantascienza – su tutti quelli della storica collana Urania. Una fonte da cui attingere per gli isolani – giovani e meno giovani – e per i turisti che raggiungono lo Scoglio durante la bella stagione.

L’insperato presidio della cultura della meno abitata delle sette sorelle eoliane – arcipelago dal 2000 Patrimonio dell’umanità Unesco – può contare, inoltre, su un piccolo museo della memoria che ospita volumi fotografici che raccontano la vita isolana dal Novecento ai giorni nostri. Nella sala sono collocati pure raccolte di poesie e romanzi ambientati ad Alicudi. Tra questi ultimi consigliamo Fuochi fiammanti a un’hora di notte di Ermanno Rea (Rizzoli, 1998), vincitore del Premio Campiello ‘99.

Alicudi, l’isola che ti sceglie

La scuola, la biblioteca, la cultura: luoghi e valori essenziali per affrontare l’isolamento e la chiusura propri di un posto così periferico rispetto al “centro del villaggio”; ma anche per formare una piccola comunità in grado di confrontarsi con quel continente di là dal mare che, prima o dopo, dovrà essere incontrato; punti da cui partire, imbarcaderi da cui mollare le cime.

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Alicudi: confine libero tra le onde del mare, un amore difficile, un’isola che si sceglie e che ti sceglie. Come è accaduto a Lenka, passaporto ceco, ma cittadina del mondo con la passione per lo yoga e lo shaolin; o a Chiara, un vulcano di iniziative sotto le spoglie di una placida insegnante di lettere; oppure ai signori Paolo e Ginetta, piemontesi ma arcudari di adozione, che mettono d’accordo isolani e non con i loro squisiti liquori e marmellate fatti in casa; o ancora a Giovanna che, slalomeggiando tra un gatto e l’altro dell’innumerevole colonia che abita quella che si illude essere casa sua, prepara manicaretti da leccarsi i baffi (umani).

Dal belvedere della biblioteca di Alicudi, lassù, a 357 gradini dal livello del mare, seduti a sorseggiare un caffè su un bisuolo coperto di maioliche, si vede giungere la nave da Milazzo. Ha da consegnare le derrate alimentari per l’unica bottega dell’isolotto. Il mare è lievemente increspato e l’imbarcazione fatica un po’ per attraccare al molo malconcio. Uomini scattanti scaricano velocemente i pacchi sul ponte di ferro che dondola sotto ai loro piedi. L’operazione dura in tutto un paio di minuti, poi la nave chiude il portellone e se ne va.

Antonio Pagliuso