La Calabria al Salone del Libro di Torino, un’agorà “presente” da cui ripartire con fiducia

La Calabria è stata protagonista al Salone internazionale del Libro con uno spazio espositivo classico che ha inteso celebrare il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Le varie case editrici e realtà culturali hanno dato un’idea di apertura all’altro, una volontà di andare oltre i propri confini.

Sono stati 168.732 i cuori selvaggi che, tra il 19 e il 23 maggio, hanno partecipato alla XXXIV edizione del Salone internazionale del Libro. Una edizione da record, stupefacente, in cui si è riassaporato il gusto pieno dell’incontrarsi e discutere assieme di letteratura, arte e società.

Anche la Calabria ha preso parte alla manifestazione col consueto stand allestito dalla Regione al padiglione Oval – a detta di molti il più frequentato fra le aree dell’intero Salone; uno spazio che, riflettendo i dati generali della kermesse, ha visto un cospicuo flusso di visitatori, specie – se proprio dovessimo definire il giorno che ha registrato più presenze – nella giornata di sabato 21, curata, parimenti a quella conclusiva di lunedì 23, dall’Accademia dei Caccuriani con la direzione artistica di Adolfo Barone. Quel dì nell’area Calabria si sono infatti appalesati nomi conosciuti del panorama letterario nazionale come Domenico Dara, Mimmo Gangemi, Carmine Abate, Gioacchino Criaco, Giordano Bruno Guerri ecc. 

Grandi autori, ben mescolati ai meno noti, che si sono alternati sulle candide poltroncine destinate ai dibattiti e alle presentazioni dei libri. Assieme a loro artisti, studenti, professionisti, case editrici (in rigoroso ordine alfabetico quelle presenti e/o rappresentate: Apollo Edizioni, Ass. culturale La Vie, Cineteca della Calabria, Circolo culturale Reghion Julii, Città del Sole Edizioni, Editoriale Progetto 2000, Falco Editore, ilfilorosso, Ferrari Editore, D’Ettoris Editori, Globus, Grafiché Editore, Kaleidon, Keira, Jonia Editrice, la Mongolfiera, la Rondine, Leonida Edizioni, Le Pecore Nere, Lyriks Edizioni, Mediano Editore, Pellegrini Editore, Publigrafic, Rubbettino) hanno partecipato alle numerose iniziative svolte nell’“agorà calabrese” che nell’allestimento – caratterizzato da un concept stilistico morbido, sobrio, predominato dal blu istituzionale, in linea con l’idea classica che la regione ha voluto dare di sé – ha celebrato il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, le maestose statue di età greca classica rinvenute sul fondale marino a largo di Riace, Ionio reggino, il 16 agosto 1972 e oggi conservate in una apposita sala al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Ai Bronzi, in particolare, è stato dedicato un focus nella mattinata di sabato a cura di Daniele Castrizio, professore associato di Numismatica medievale all’Università di Messina.

Capitali italiane del libro, da Vibo Valentia a Ivrea

Parlando di incontri, a Lingotto Fiere è avvenuto anche il passaggio di testimone di Capitale italiana del libro tra Vibo Valentia e Ivrea, la città piemontese scelta dal ministero della Cultura quale piazza principale del libro per i prossimi dodici mesi. All’incontro, svolto venerdì 20, sono stati presenti il vicepresidente della giunta regionale, Giusi Princi, la delegazione del Comune di Vibo Valentia, col sindaco Maria Limardo, le delegazioni della Regione Piemonte e del Comune di Ivrea, col primo cittadino Stefano Sertoli.

Calabria al Salone del Libro: un programma fitto, forse troppo?

Ritornando nei confini aperti del mondo blu dipinto di blu dello stand Calabria, il programma regionale – organizzato con il fondamentale coordinamento operativo del Sistema Bibliotecario Vibonese, rappresentato dal già direttore dell’ente Gilberto Floriani, e il sostegno fattivo del direttore generale del dipartimento regionale Istruzione Formazione e Pari Opportunità, Maria Francesca Gatto, e del dirigente del settore Cultura, Ersilia Amatruda – ha dato spazio alle piccole realtà editoriali che, chi più chi meno, hanno avuto modo di presentare le loro pubblicazioni.

Fitto il programma regionale, una scelta che ai più appare di segno senz’altro positivo, ma che nei fatti, talvolta, si rivela controproducente, e per le naturali difficoltà organizzative derivanti da un calendario più corposo e per il rischio vivo che si concretizzino sovrapposizioni, assenze, slittamenti, necessità di tagliare cinque minuti qua o dieci minuti là per accontentare tutti.

Riflettendo con la serenità di chi opera per il bene di tutti, un programma meno denso e più arioso – riservando, ad esempio, un numero definito di presentazioni per marchio, al fine di dare, tenendo sempre d’occhio la qualità, congruo spazio a ciascuna delle case editrici manifestanti l’interesse di prendere parte alla rassegna torinese sotto l’ala della Regione – potrebbe giovare al valore dell’offerta culturale proposta. Una scelta coraggiosa, certo, in controtendenza, se vogliamo, con la vocazione odierna di inzeppare di eventi le manifestazioni come se realizzare un festival con “oltre 200 eventi” donasse in automatico maggiore prestigio all’iniziativa, ma che sarebbe agevolata da una strada – giusta – già tracciata e al cui orizzonte non si intravvedono nubi.

L’interrogativo dei divanetti

Due piccole note, poi, per il bookshop, disposto su due lati esterni, fruibile e costantemente presidiato dai ragazzi di Bottega Editoriale – la società cui è stata affidata la vendita dei libri esposti nello stand –, e per gli angoli occupati dai divanetti, comodissimi in un padiglione in cui era impresa assai ardua trovare una seduta su cui far riposare i quadricipiti affaticati dal continuo peregrinare da uno stand all’altro, ma che non si sono riscoperti favorevoli per i “compiti culturali” come per la realizzazione delle interviste che, in sostanza, venivano svolte un po’ qua e un po’ là.

Una Calabria viva che al Salone del Libro ha reso omaggio alla sua storia

Richiamando spesso, nel corso degli appuntamenti, le parole dei grandi scrittori nati in Calabria del passato, Corrado Alvaro, Saverio Strati, Mario La Cava, Francesco Perri, le cinque giornate al Salone hanno permesso di scattare una fotografia dello stato della lettura della regione e delle varie case editrici che animano il panorama editoriale locale.

“Abbiamo dato il messaggio di una Calabria bella, viva, vogliosa di fare emergere le sue peculiarità e le sue eccellenze” ha detto Adolfo Barone, presidente dell’Accademia dei Caccuriani che proprio la scorsa settimana ha divulgato i nomi finalisti del Premio Caccuri, sezione saggistica.

Adolfo Barone con Calabria Salone del Libro

Verso il Salone del 2023

La Calabria non è stata invisibile al Salone del Libro, non ha vissuto la settimana da comparsa, come una esperienza personale, fine a se stessa, ma collettiva, guardando oltre i propri centocinquanta metri quadrati di allestimento. Nel complesso, si è percepita chiara un’idea di apertura, una volontà di scrollarsi dalle spalle i sempiterni cliché che fanno apparire la Calabria come una terra fatta di solo turismo ed enogastronomia, estranea alla componente culturale che, invece, e la “presenza presente” al Salone 2022 ce lo ha ricordato, è parte integrante della sua storia.

Ed è con questo spirito, anzi, con qualcosa pure di più, ché si può sempre migliorare, specie con la pace nel cuore di chi ha fatto bene, che la regione – ovvero l’insieme delle associazioni, degli autori, degli artisti, degli operatori culturali – dovrà ritornare al Salone del libro nella prossima primavera; sì perché la macchina della kermesse non si ferma e ha già comunicato le date della XXXV edizione che si svolgerà dal 18 al 22 maggio 2023.

Insomma, gli allori, dove proverbialmente si sogna di adagiarsi, possono attendere.

Alexandro Lupis

Antonio Pagliuso

Foto principale di Antonio Perri