“Io posso. Due donne sole contro la mafia”, Pif racconta il suo nuovo libro

L’incredibile storia delle sorelle Pilliu è al centro del nuovo libro di Pif – scritto assieme a Marco Lillo – dal titolo Io posso. Due donne sole contro la mafia. A Trame Festival Pif ha affermato: “Spero che un giorno un regista calabrese scriva e diriga La ‘ndrangheta uccide solo d’estate, per abbattere così il mito dello ‘ndranghetista”.

“Resistere per ricominciare” è il motto della X edizione di Trame, festival dei libri sulle mafie partito ieri a Lamezia Terme sotto la nuova direzione artistica di Giovanni Tizian.

Nell’ultimo appuntamento della giornata – tra gli altri, si è tenuto un confronto tra il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri e Alessia Candito di “Repubblica” –, il giornalista di “Domani” ha dialogato con Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, autore insieme a Marco Lillo, vicedirettore de “Il fatto quotidiano”, del libro Io posso. Due donne sole contro la mafia (Feltrinelli).

“Pif ha la grande capacità di fare entrare la mafia nelle case degli italiani col suo modo di raccontare semplice e diretto” ha detto Tizian.

La storia raccontata dal regista siciliano è quella delle sorelle Pilliu, Savina e Maria Rosa, due donne che hanno sfidato il loro mondo credendo nello Stato, perciò, dice Pif, “bestemmiando”, in una terra spesso crudele e ingiusta come la Sicilia. Due “fimmine” sole, senza le spalle coperte, che trent’anni fa decidono di affrontare la mafia: un fatto per nulla scontato. Quella delle Pilliu è una storia di abusi edilizi, di soprusi, di prepotenza mafiosa, di minacce. L’odissea delle sorelle Pilliu si conclude dopo tre lunghi decenni; le due donne riescono ad avere ragione dalla giustizia, ma non possono avere alcun risarcimento per due motivi: il primo è che il costruttore che avevano denunciato nel frattempo è stato condannato e ha tutti i beni sequestrati; il secondo è che, per cervellotici cavilli, non è loro permesso accedere al fondo stanziato in favore delle vittime di mafia. La beffa arriva però quando le istituzioni di uno Stato incapace di prendere una posizione netta inviano alle Pilliu una tassa del tre per cento sul compenso – mai ottenuto – per i danni subiti.

Quando lo Stato non funziona dobbiamo intervenire noi – ha affermato Pif –. Dobbiamo essere rompiscatole come le sorelle Pilliu per stimolare le istituzioni.”

Io posso. Due donne sole contro la mafia è un libro che attende ancora un finale; il ricavato, come sostiene l’autore, coprirà la cartella esattoriale giunta alle tenaci sorelle Pilliu.

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In conclusione Pif ha parlato del successo del suo lungometraggio La mafia uccide solo d’estate, vincitore di due David di Donatello, esternando la speranza che un giorno un regista calabrese scriva e diriga un film dal titolo La ‘ndrangheta uccide solo d’estate, utile per abbattere i miti dello ‘ndranghetista e dell’ossequio verso “la gente che si fa rispettare”.

Antonio Pagliuso