Recensioni: “Mare bianco” di Roy Jacobsen

Mare bianco è il titolo del nuovo romanzo di Roy Jacobsen, fra i massimi scrittori norvegesi del nostro tempo, pubblicato da Iperborea con la traduzione di Maria Valeria D’Avino.

Il romanzo parte nell’anno 1944. La Norvegia è da tempo caduta in mano al Terzo Reich di Adolf Hitler e Ingrid ritorna nella sua Barrøy, piccola isola a sud delle Lofoten, ritrovandosi unica abitante di uno scoglio che pare deserto, abbandonato da tutti i suoi residenti.

“Ingrid sognava di andar via, di tornare a Barrøy, ma nessuno può vivere da solo su un’isola, quell’autunno non c’erano uomini né animali laggiù, Barrøy era vuota e deserta.”

L’isola sembra essersi tirata fuori dagli orrori del tempo, ma la Seconda guerra mondiale non risparmia neppure gli angoli più remoti del continente e si mostra quando Ingrid trova lungo la costa i corpi orrendamente mutilati o bruciati di alcuni soldati, “fagotti senza nome” cui, spinta dalla sua inscalfibile umanità, dovere dare una più onorata sepoltura.

Quasi con sorpresa, si accorge che uno di loro è ancor vivo. È un ragazzo molto giovane dalla pelle “nero, rosa, giallo e verdeazzurro, come una carta geografica del mondo tutta bruciacchiata”. Lo scoprirà più tardi, il milite è il solo sopravvissuto di un piroscafo tedesco naufragato a seguito di un attacco aereo da parte della RAF, l’aeronautica militare del Regno Unito.

Ingrid si prende cura del ragazzo, lo rimette in sesto, lo porta in casa, se ne innamora, sapendo che da quell’anima “non avrebbe avuto mai abbastanza”.

Con l’inizio della seconda parte del libro, sembra cominciare un altro romanzo con l’isola di Barrøy che pian piano si riempie sempre più di persone: la guerra sta giungendo al termine. Ripristinata la pace tutti gli abitanti rientrano nell’isola e, seppur consci che nulla potrà più essere come prima, proveranno a riprendere il filo della normalità interrotta dalle bombe. Il futuro di Ingrid e della sua isola è una pagina bianca tutta da scrivere.

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Mare bianco segue l’apprezzato romanzo di Roy Jacobsen, Gli invisibili, pubblicato sempre da Iperborea e finalista nel 2017 del Booker Prize, e precede gli altri episodi della quadrilogia dei Barrøy dal titolo originale Rigels øyne (la traduzione in italiano, che abbiamo ragione di credere sarà pubblicata prossimamente da Iperborea, sarebbe Gli occhi di Rigel) e Bare en mor (traduzione letterale Solo una madre).

Antonio Pagliuso