Gestern hat er blau gemacht, ieri ha fatto azzurro. Un modo di dire tedesco risalente al Medioevo, quando gli artigiani vedevano il cielo solo nel giorno in cui non lavoravano.

Oggi faccio azzurro è il nuovo romanzo di Daria Bignardi, edito da Mondadori.

Comincia dandosi la colpa la storia di Galla, come l’imperatrice romana Galla Placidia. È a causa sua che Doug, suo marito, ha deciso — seduto sulla tavoletta del wc — di lasciarla dopo vent’anni di vita insieme. Da quel momento, arrivato improvvisamente e senza spiegazioni, la nostra protagonista passa le giornate sul divano a fissare la magnolia grandiflora del cortile, fantasticando di buttarsi dal balcone.

Del resto, il dolore ha i suoi tempi, capire di non essere amati da chi si ama è sempre uno shock. Ci si dà la colpa, almeno finché non arriva la rabbia e infine il perdono.

Esce di casa solo per vedere la psicanalista Anna Del Fante o per andare in carcere. A San Vittore infatti fa parte di un coro in cui volontari e carcerati condividono un momento di svago. Queste le sue uniche costanti.

In Oggi faccio azzurro, un momento importante per la nostra Galla arriva durante il primo viaggio da sola, a Monaco di Baviera. Qui entra per caso in un museo dove è allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Münter. Ne rimane folgorata. Galla, ex fotomodella che da ragazza studiava arte, ricorda solo che la Münter era nel gruppo Der Blaue Reiter con Vasilij Kandinskij, principale esponente dell’astrattismo. Ma da quel momento la voce di Gabriele entra nella sua vita.

Seguono pagine brillanti di dialoghi animati, in cui ci appare chiaro questo confronto/scontro tra due donne profondamente diverse. Parlano di amore, abbandono, arte, dolore, egoismo. Gabriele sa essere dura e gentile, solidale e prepotente.

Tormenta Galla, la prende in giro per la sua scarsa fiducia in se stessa, le racconta la sua lunga storia d’amore con Kandinskij, così simile a quella di Galla con Doug. Due modi opposti di affrontare le situazioni. Non solo per le epoche di vita così distanti tra loro.  

A colpi di ramanzine e accuse reciproche, le due donne mettono in scena un siparietto malinconicamente delizioso, che non manca dei suoi momenti di ilarità. Ci immedesimiamo in Galla e ci adiriamo insieme a Gabriele. Tratteggiando due esistenze così complesse, la giornalista e scrittrice Daria Bignardi le fa portavoce di due modi di intendere la femminilità:

come forza e come fragilità, come stato dell’essere e come continua ricerca.

Il destino di Galla non è quello di rimanere sola: sulla sua strada incrocia altri due pazienti di Anna Del Fante. Il testo della Bignardi diventa allora un romanzo a tre voci, alla protagonista si aggiungono Bianca, un’adolescente che non riesce più ad andare a scuola e ascolta tutto il giorno The Remedy for a Broken Heart; Nicola, seduttore compulsivo che colleziona donne come figurine, nel ricordo ossessivo della sua Rosa. Un incontro frutto di un imprevisto che potrebbe rappresentare un vero giro di boa per queste tre vite.

Oggi faccio azzurro è un inno alla vita, ai suoi colori. All’azzurro, al rosso, al giallo. Una vita ritrovata attraverso la solitudine e il dolore sordo, viscerale, che non lascia spazio a nulla di positivo se non alla colpa, verso se stessi.  È la ricerca di una speranza, del riscatto a dispetto di tutto.

Questo libro è come un balsamo per l’anima. Lo stile diretto, ma gentile, della scrittrice è come una carezza, e di carezze ne vorremmo altre anche una volta finita la lettura. Un testo fin troppo breve. Una chiusura che avviene quasi di colpo, veloce ma ormai matura, come una presa di consapevolezza: la vita va avanti, oggi faccio azzurro.