La storia del Premio Strega nelle sue vittorie più memorabili

Pavese con La bella estate, Morante con L’isola di Arturo, Tomasi di Lampedusa con Il gattopardo, Eco con Il nome della rosa: sono soltanto alcuni degli scrittori e romanzi indimenticabili che hanno segnato la storia del Premio Strega. In vista della finale del 7 luglio ripercorriamo la cronistoria del più ambito premio letterario della Penisola.

Giovedì 7 luglio sarà proclamato il libro – e dunque l’autore o l’autrice – vincitore del LXXVI Premio Strega.

Una edizione che si presenta già fuori dall’ordinario con l’inedita rosa di sette titoli finalisti che si contenderanno l’insigne Premio. Di fatti, grazie a un ex aequo alla quinta posizione e all’articolo numero 7 del nuovo regolamento che prevede che se nei primi cinque votati non compare “almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo” approda alla fase successiva il libro “medio-piccolo” col migliore punteggio, per la prima volta saranno sette i libri che si sfideranno nella serata finale del Ninfeo di Villa Giulia.

Sette libri e un solo vincitore

I sette pretendenti al Premio Strega 2022 sono: Mario Desiati con Spatriati (Einaudi) Marco Amerighi con Randagi (Bollati Boringhieri) Claudio Piersanti con Quel maledetto Vronskij (Rizzoli) Veronica Raimo con Niente di vero (Einaudi, romanzo già Premio Strega Giovani 2022) Fabio Bacà con Nova (Adelphi) Alessandra Carati con E poi saremo salvi (Mondadori) e Veronica Galletta con Nina sull’argine (minimum fax).

Che vinca il migliore, insomma, ma adesso percorriamo la storia del Premio Strega attraverso le sue più indimenticabili edizioni.

La nascita del Premio Strega

Istituito nel 1947 nella Roma che ancora portava tutte le cicatrici dei recenti Seconda guerra mondiale, crollo del fascismo e guerra civile, il Premio deve la sua nascita alla comunione di intenti sorta tra la letterata Maria Bellonci e l’imprenditore Guido Alberti, proprietario dell’azienda Liquore Strega. Perché la rinascita del Paese poteva fondarsi anche sulla cultura.

Una storia ultra settantennale caratterizzata da grandi sfide e spesso accompagnata da critiche e per le scelte della giuria e per il regolamento e per i vincitori, tante volte fin troppo scontati – con merito o meno –, altre volte assolutamente sorprendenti.

Entriamo, perciò, nel grande libro dello Strega per rivivere le vittorie più memorabili.

Ennio Flaiano, primo vincitore della storia del Premio Strega

Partiamo dal principio: anno 1947. Il fracasso e i pianti della guerra risuonavano ancora nelle orecchie degli italiani quando, il 17 febbraio di quell’anno, i coniugi Maria e Goffredo Bellonci e gli Amici della domenica – gruppo di lettori formato da importanti letterati italiani tuttora determinante nell’assegnazione del Premio – decidevano di premiare Tempo di uccidere di Ennio Flaiano. Il romanzo, edito da Longanesi, è il primo e unico scritto dall’autore abruzzese più famoso per le sue vesti di critico cinematografico e sceneggiatore. Ennio Flaiano, primo a brindare con la bottiglia del liquore al gusto di cannella e zafferano, ha collaborato con grandi del cinema come Mario Monicelli, Dino Risi, William Wyler, Federico Fellini e Michelangelo Antonioni; tra le sue sceneggiature più celebri ricordiamo La dolce vita, I vitelloni, , Vacanze romane e La notte.

Inizialmente criticato prima di ricevere la giusta rivalutazione nei decenni seguenti, Tempo di uccidere narra l’esperienza di un ufficiale del Regio Esercito in Etiopia durante la guerra del 1935-36. Il soldato uccide una giovane indigena dopo avere avuto un congresso carnale con lei, ma una volta compiuto l’assassinio si rende conto che la ragazza era affetta dalla lebbra. Temendo perciò di essersi contagiato di una malattia che per manifestarsi può richiedere anche vent’anni di tempo, inizia a vagare coi suoi demoni per l’altopiano etiopico fin quando non incontra un solitario àscari.

La bella, bruttissima estate di Cesare Pavese

Quarta edizione del Premio Strega. Era il 24 giugno 1950 quando vincitore viene proclamato quello che era il maggiore scrittore e intellettuale del Paese del tempo; dipiù, quello che era già una leggenda: Cesare Pavese. Lo scrittore di Santo Stefano Belbo trionfava con La bella estate, la storia, ambientata nella Torino crepuscolare del secondo dopoguerra, “di una verginità che si difende”. È giusto specificare che La bella estate, romanzo breve oggi pubblicato in singolo volume, al momento della pubblicazione, e della vittoria del Premio Strega 1950, includeva altri due brevi romanzi: Il diavolo sulle colline e Tra donne sole (anche questi oggi editi singolarmente).

La sera della cerimonia, organizzata all’Hotel de la Ville di Roma, nei pressi della Santissima Trinità dei Monti, Cesare Pavese travolgeva a mani basse tutti gli altri quattro finalisti – l’autore della Luna e i falò vinceva con 121 voti, più della metà dei 230 votanti; la seconda classificata, Flora Volpini con La fiorentina, prendeva appena 45 preferenze –, ma il successo non riusciva nell’impresa di lenire l’insofferenza verso la vita dell’autore, “triste, inutile, come un dio”.

Scriveva venti giorni dopo la vittoria: “Tornato da Roma, da un pezzo. A Roma, apoteosi. E con questo? Ci siamo. Tutto crolla”.

Cesare Pavese premio strega
Cesare Pavese, Premio Strega 1950, con Maria Bellonci (foto da Premiostrega.it)

Di Cesare Pavese resta l’espressione buffa, di finto stupore, distaccata, immortalata accanto a Maria Bellonci al momento della consegna dell’assegno del Premio. Lo scrittore si toglieva la vita soli sessantaquattro giorni dopo l’“apoteosi” romana, la sera “stregata” dell’Hotel de la Ville: era la notte del 27 agosto 1950.

La sfida tra numeri uno del 1951

Correva l’anno 1951 quando allo Strega si svolgeva la finalissima della cosiddetta “Grande Cinquina”. A disputarsi il premio erano Corrado Alvaro con Quasi una vita, Carlo Levi con L’orologio, Alberto Moravia con Il conformista, Mario Soldati con A cena col commendatore e il giovane Domenico Rea con Gesù, fate luce. Una cinquina di autentici numeri uno della letteratura italiana. A uscire vittorioso dall’accesa sfida sarebbe stato Corrado Alvaro: lo scrittore, giornalista e intellettuale calabrese vinceva con 81 punti dinanzi a Soldati, secondo con 42.

Alvaro è tuttora l’unico scrittore nato in Calabria ad avere vinto il maggiore dei riconoscimenti letterari dello Stivale.

1951, l’anno della “Grande Cinquina” (foto da Premiostrega.it)

Piccola curiosità: tre dei quattro finalisti sconfitti del Premio Strega 1951 avrebbero vinto il Premio successivamente: Alberto Moravia si rifaceva già l’anno seguente con I racconti; Mario Soldati nel ’54 con Lettere da Capri; Domenico Rea addirittura quarantadue anni dopo la “Grande Cinquina”, nel ’93, un anno prima di morire, col romanzo Ninfa plebea.

Elsa Morante, prima donna Strega

Era l’estate del 1957 quando si assisteva all’affermazione della prima scrittrice. Si trattava di Elsa Morante, vincitrice del titolo con uno dei capolavori del Premio Strega, vale a dire L’isola di Arturo. Nella serata di gala del 4 luglio a Villa Giulia la Morante trionfava con oltre il doppio dei voti – 155 preferenze contro 75 – del secondo classificato, lo scrittore e reporter Orio Vergani approdato in finale con Udienza a porte chiuse.

Elsa Morante premio Strega
Elsa Morante, Premio Strega 1957, brinda con Maria Bellonci (foto Archivio Riccardi da Premiostrega.it)

Elsa Morante è stata la prima delle undici donne che finora sono riuscite ad aggiudicarsi il più importante premio della Penisola per uno scrittore: dopo l’autrice di Menzogna e sortilegio, dell’Isola d’Arturo e della Storia, a vincere lo Strega sono state Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese, Lalla Romano, Fausta Cialente, Maria Bellonci, Mariateresa Di Lascia, Dacia Maraini, Margaret Mazzantini, Melania Mazzucco e Helena Janeczek, ultima donna a trionfare, nel 2018, con La ragazza con la Leica.

Premio postumo per Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Proseguiamo questa carrellata giungendo all’estate 1959. Grande commozione accoglieva l’annuncio del vincitore dello Strega di quell’anno. A ottenere il riconoscimento era Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autentico successo editoriale del 1959, pubblicato da Feltrinelli su suggerimento di Elena Croce e Giorgio Bassani. Tomasi di Lampedusa era morto il 26 luglio 1957 e non aveva potuto vedere pubblicato il suo capolavoro, ma solo assistere mestamente ai rifiuti ricevuti prima da Mondadori e poi da Einaudi. Una vittoria che aveva emozionato tanti, ma anche stizzito alcuni, primo fra tutti Pier Paolo Pasolini, piazzatosi terzo con Una vita violenta, che tanto sperava di mettere le mani sullo Strega. Non ci riuscirà mai.

1959, Gian Giacomo Feltrinelli ritira il premio per Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa (foto da Premiostrega.it)

Volponi e Veronesi, unici ad aver fatto il bis

Continuiamo ad appropinquarci alla finalissima del LXXVI Premio Strega ricordando un altro momento storico del Premio. Era il 1965 quando Paolo Volponi vinceva il titolo con La macchina mondiale, aggiudicandosi il succulento assegno da un milione di lire. Vittoria che contribuiva a creare un record perché nel 1991, ventisei anni dopo il primo successo, lo scrittore di Urbino – anche senatore della Repubblica nel corso di due legislature – ritornava sul trono iridato con La strada per Roma. Un doppio trionfo che rimaneva un unicum fino al 2020 quando Sandro Veronesi con Il colibrì bissava la prima affermazione del 2006 col romanzo Caos Calmo.

Tra gli anni sessanta e ottanta

Un ulteriore appunto va fatto sul decennio dei sessanta che è quello che registra il maggior numero di vittorie da parte di scrittrici: nel 1963 Natalia Ginzburg con Lessico famigliare, nel 1967 Anna Maria Ortese con Poveri e semplici e nel 1969 Lalla Romano con Le parole tra noi leggere.

Anna Maria Ortese, Premio Strega 1967, tra Maria Bellonci e Guido Alberti (foto da Premiostrega.it)

Gli anni settanta venivano inaugurati dalla vittoria di Guido Piovene con Le stelle fredde e chiusi da quella di Primo Levi con La chiave a stella, ma stella del decennio è anche Fausta Cialente, tra le vincitrici più anziane del Premio, che riceveva l’ambito titolo letterario nel 1976, all’età di settantotto anni compiuti, col romanzo, ispirato alla sua storia familiare, Le quattro ragazze Wieselberger.

Cialente si ergeva così tra gli scrittori che hanno vinto il Premio in età più avanzata, ma non la più anziana, ché a detenere il record è proprio l’ideatrice del Premio, Maria Bellonci, premiata il 4 luglio 1986, meno di due mesi dopo la sua scomparsa avvenuta il 13 maggio all’età di ottantatré anni. La signora Bellonci veniva premiata con Rinascimento privato, romanzo storico incentrato sulla figura di Isabella d’Este, marchesa di Gonzaga, “la prima donna del mondo” secondo una fortunata espressione di Niccolò da Correggio.

Restando agli anni ottanta impossibile non ricordare poi la vittoria di Umberto Eco – nell’81 – con il celebre Il nome della rosa, autentico caposaldo della letteratura mondiale, tradotto in oltre 40 lingue, e inserito nella lista dei 100 libri del XX secolo secondo “Le Monde”.

1976, Fausta Cialente mostra l’assegno appena ricevuto (foto da Premiostrega.it)

Tempi recenti

Degli anni novanta abbiamo già citato alcuni vincitori: aggiungiamo Mariateresa Di Lascia, scrittrice, deputato ed esponente del Partito Radicale scomparsa a soli quarant’anni il 10 settembre 1994 e premiata postuma con Passaggio in ombra.

Approdiamo al nuovo millennio. Nel 2002 – la prima edizione pagata in euro (5.000 euro l’ammontare del premio finale) – ricordiamo il successo di Non ti muovere della scrittrice di origini irlandesi Margaret Mazzantini. Dal romanzo Sergio Castellitto avrebbe tratto l’omonimo film interpretato dallo stesso regista e attore assieme a Penélope Cruz e Claudia Gerini.

Molti scrittori e libri amati hanno alzato al cielo la bottiglia dello Strega negli ultimi anni – Paolo Giordano con La solitudine dei numeri primi, Edoardo Albinati con La scuola cattolica, Paolo Cognetti con Le otto montagne, Nicola Lagioia con La ferocia, Antonio Scurati con M. Il figlio del secolo – fino a giungere all’attuale detentore del Premio, Emanuele Trevi con Due vite.

Chi gli succederà quest’anno? Chi salirà sull’ambito soglio di Flaiano? Bisogna solo attendere la serata del 7 luglio prossimo. La magia dello Strega ci aspetta per una nuova pagina da ricordare.

Antonio Pagliuso

Foto da PremioStrega.it